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LIBRI 2022

MARTEDÌ 2 AGOSTO ORE 21.00 | FORTE SANGALLO | Ingresso libero fino ad esaurimento posti

DONBASS. LA GUERRA FANTASMA nel cuore dell’Europa

di Sara Reginella

Exòrma, 2021

Nella regione del Donbass, sul confine russo-ucraino è in atto un conflitto che ha visto l’Ucraina spezzarsi in due, ma che la scarsa attenzione dei media occidentali ha reso quasi invisibile. La popolazione delle autoproclamate Repubbliche popolari di Donetsk e Lugansk continua tuttora, a distanza di anni, a scontrarsi con l’esercito di Kiev. Attraversando le terre martoriate del bacino del Donec, tra aeroporti distrutti e villaggi devastati, dai campi profughi alla spettrale colonia penale abbandonata di Chernukhino, Sara Reginella, psicoterapeuta e autrice di reportage di guerra, ci mostra la dimensione umana e psicologica di questa guerra “fantasma” combattuta da miliziani atipici: gente comune, donne e uomini che si sono opposti al cambio di governo del 2014, da una parte ritenuto un golpe, dall’altra una rivoluzione democratica.

Sara Reginella nasce ad Ancona nel 1980. Psicologa clinica e psicoterapeuta, si diploma in Regia e Sceneggiatura presso l’Accademia Nazionale del Cinema di Bologna. Si specializza in produzione, ripresa e montaggio e nel 2015 avvia la sua carriera di documentarista in territori di guerra. Tra i suoi progetti, “Le stagioni del Donbass”, realizzato con lo scrittore Nicolai Lilin, il reporter Eliseo Bertolasi e il vignettista Vauro, ha ottenuto nelle piattaforme online centinaia di migliaia di visualizzazioni, in particolare nella Federazione Russa. Il suo ultimo documentario, “Start Up a War. Psicologia di un conflitto” ha ottenuto selezioni ufficiali e premi nei festival internazionali. 


VENERDÌ 5 AGOSTO ORE 21.00 | FORTE SANGALLO | Ingresso libero fino ad esaurimento posti

RITORNO IN IRAN

di Fariborz Kamkari

La nave di Teseo, 2022

Un quarantenne regista curdo-iraniano, apolide e diviso tra due mondi, sta lavorando a Roma a un ambizioso film sull’immigrazione prodotto dal ministero per i Beni e le Attività culturali. Durante un incontro cruciale con la commissione che eroga i finanziamenti, pronto a ridiscutere il finale della sua opera – definito oltremodo pessimista – riceve una telefonata destinata a cambiare il corso della sua già travagliata esistenza.All’altro capo del filo c’è sua madre, che non sente da ventisette anni e che, l’ultima volta che l’ha vista, ha cercato di ucciderlo. Il ricordo del loro ultimo traumatico incontro piomba nel suo presente e lo invade. La voce della madre lo costringe a tornare nel suo Paese per fare i fatidici conti col passato prima che la morte impedisca a entrambi di ricucire quello strappo mai sanato che ha lasciato dentro di lui una cicatrice profonda e una scia di scelte sbagliate.Ma il ritorno in Iran si rivela molto diverso da come lo aveva immaginato: invischiato suo malgrado in un mondo di cui quasi non riconosce più le dinamiche, e come sospeso in un tempo surreale, il passato torna sotto forma di condanna, di circolo vizioso, dove anche i sentimenti più puri non trovano spazio e la verità, a lungo temuta e nascosta, si palesa in tutta la sua violenza beffarda e sconvolgente.

Fariborz Kamkari è un multipremiato regista e sceneggiatore iraniano di origine curda attivo in Italia. Tra le sue opere: Black Tape (2002), The Forbidden Chapter (2005), I fiori di Kirkuk (2010, tratto dal suo romanzo omonimo) e Acqua e zucchero (2017). Nel 2015 ha realizzato la sua prima commedia, Pitza e datteri, che ha suscitato l’interesse di molti Paesi europei e non, forse a riprova dell’urgenza di trattare temi delicati quali l’integrazione. Nel 2022 esce il suo ultimo documentario Kurdbun. Essere Curdo.


SABATO 6 AGOSTO ORE 21.00 | FORTE SANGALLO | Ingresso libero fino ad esaurimento posti

VIVERE A MOSUL CON L’ISLAMIC STATE: EFFICIENZA E BRUTALITÀ DEL CALIFFATO

di Laura Quadarella Sanfelice di Monteforte

Ugo Mursia Editore, 2019

“Vincitore del X Premio Cerruglio”, Prefazione di “Mosul Eye”

Che cos’è veramente l’Islamic State? Cosa vogliono i suoi uomini? Perché migliaia di giovani da tutto il mondo sono partiti per unirsi ad esso nella costruzione del Califfato? Grazie ai racconti degli abitanti che restarono a Mosul, finalmente possiamo comprenderlo.L’Islamic State ha controllato per tre anni una zona tra Siria e Iraq abitata da milioni di persone. Escludendo le minoranze perseguitate, non abbiamo racconti sulla vita dei cittadini sunniti che hanno subito loro malgrado questa esperienza vivendo nel Califfato autoproclamato da Al Baghdadi. In questo saggio alcuni coraggiosi abitanti di Mosul, mettendo a rischio la propria vita e quella delle loro famiglie, ci raccontano la realtà di un mondo fino ad oggi a noi precluso, spiegandoci che cosa è davvero successo, descrivendo l’incredibile brutalità ma anche l’efficienza della sua amministrazione. Solo così possiamo comprendere l’Islamic State, le sue idee e i motivi che hanno spinto migliaia di giovani a unirsi alla lotta, combattendo nel teatro siro-iracheno, o semplicemente attaccando nel Paese in cui vivono. Grazie a queste testimonianze, la voce dei civili che tanto hanno sofferto, possiamo iniziare a capire una regione che da anni si è trasformata in una polveriera pronta a esplodere. Conoscendo che cosa è successo possiamo imparare a capire IS, le cui idee non sono morte con la perdita del controllo territoriale, né con l’uccisione di Al Baghdadi, e potremo combattere il ben più ampio fenomeno del jihadismo.

Laura Quadarella Sanfelice di Monteforte. Direttore di Mediterranean Insecurity, saggista e analista intelligence, laureata in Giurisprudenza e in Relazioni internazionali, Dottore di ricerca in diritto internazionale, è docente di counter-terrorism presso numerose università italiane e lavora al Ministero degli Affari Esteri. Tra i suoi libri: Perché ci attaccano. Al Qaeda, l’Islamic State e il terrorismo «fai da te» (2017), Vivere a Mosul con l’Islamic State. Efficienza e brutalità del Califfato (2019, vincitore del premio Cerruglio 2020), e Il mondo dopo il Covid-19. Conseguenze geopolitiche e strategiche. Posture dei gruppi jihadisti e dell’estremismo violento (2020, insieme a Ferdinando Sanfelice di Monteforte).  


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