LIBRI 2025
MARTEDÌ 22 LUGLIO ORE 20:30 | FORTE SANGALLO | Ingresso libero fino ad esaurimento posti
ME LA SONO ANDATA A CERCARE – DIARI DI UNA REPORTER DI GUERRA
di Giuliana Sgrena
Editori Laterza
Se una giornalista torna in una bara da un paese in guerra, sicuramente sarà stata uccisa perché aveva fatto uno scoop, se invece dopo essere stata rapita torna a casa viva, beh, allora se l’era andata a cercare».
Giuliana Sgrena se l’è andata a cercare raccontando la violenza e la sopraffazione nei più importanti conflitti degli ultimi trent’anni, dando al giornalismo di guerra anche un punto di vista femminile. Giuliana Sgrena è stata per quasi trent’anni inviata speciale in tutti i maggiori conflitti: dall’Algeria all’Iraq, dalla Somalia all’Afghanistan, dalla Siria all’Eritrea. I suoi articoli hanno raccontato un mondo dove la guerra stava tornando a essere non più un’eccezione ma la normalità. Dove regimi autoritari reprimevano e violentavano i propri popoli, dove gli stati fallivano, dove gli interventi di peacekeeping dei paesi occidentali si risolvevano in fallimenti e fughe precipitose. Si è esposta in prima linea per svelare le grandi falsificazioni dei governi e dei giornalisti embedded: dalle violenze commesse da chi avrebbe dovuto esportare la democrazia ai traffici osceni che ogni guerra porta con sé. A emergere in questo libro sono soprattutto gli incontri con donne e uomini straordinari, o il ricordo di colleghi, come Ilaria Alpi e Maria Grazia Cutuli, che hanno pagato con la vita la loro volontà di testimonianza. E, naturalmente, c’è il peso che tutto questo lascia nella propria esistenza: per Giuliana soprattutto il rimorso per la morte di Nicola Calipari, colui che l’aveva liberata dal sequestro di un gruppo islamista in Iraq e che venne ucciso da un soldato americano sull’auto che li stava portando all’aeroporto di Baghdad. Per anni, alla sindrome del sopravvissuto si è accompagnata l’accusa, da parte del mondo tutto maschile del giornalismo di guerra, di ‘essersela andata a cercare’, perché una donna non avrebbe dovuto essere lì. E questo libro è proprio la rivendicazione, con orgoglio, di una vita spesa – da donna – in prima linea.
Giuliana Sgrena
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VENERDÌ 25 LUGLIO ORE 20:30 | FORTE SANGALLO | Ingresso libero fino ad esaurimento posti
IL RAGAZZO CHE LIBERÒ AUSCHWITZ
di Roberto Genovesi
Newton Compton Editori
Un’arma uccide. Una macchina fotografica rende immortali. Il 27 gennaio 1945 le truppe dell’Armata Rossa entrano nel campo di concentramento di Auschwitz, trovandosi di fronte alle prove di uno dei crimini di guerra più mostruosi della storia moderna. Insieme ai soldati russi, varca il cancello anche un manipolo di fotografi e reporter. Tra loro c’è Vady, un ragazzo ucraino poco più che adolescente che, dopo aver visto i genitori morire per mano dei tedeschi, si è offerto volontario per garantire al fratellino la protezione della Croce Rossa sovietica. In veste di assistente di due fotografi di guerra, con cui stringerà un profondissimo rapporto di amicizia, Vady scopre dunque gli orrori nascosti nelle viscere di Auschwitz e poi del vicino Birkenau, documentandoli con una vecchia Leika. In quegli scatti non compaiono solo morte e sfacelo: appare anche una ragazzina, che sembra esistere però soltanto all’interno delle foto di Vady. Il desiderio di trovarla lo spingerà ad addentrarsi in quel che resta dei campi di sterminio, mettendolo di fronte a nefandezze inenarrabili, ma consentendogli, con la sua inseparabile macchina fotografica al collo, di regalare al mondo alcune delle foto più importanti della seconda guerra mondiale. Un ragazzo che ha perso la famiglia. Una macchina fotografica al collo. La crudeltà dei campi di sterminio. Possono delle foto restituire l’orrore del nazismo? Il 27 gennaio 1945 Vady e la sua macchina fotografica entrano ad Auschwitz.
Roberto Genovesi
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DOMENICA 27 LUGLIO ORE 20.30 | FORTE SANGALLO | Ingresso libero fino ad esaurimento posti
L’ALBA DELLA NOSTRA LIBERTÀ
di Barbara Cagni
Fazi Editore
In una Milano stremata dalla fame e dai bombardamenti, sono le donne, rimaste sole, a unirsi e a farsi forza tra di loro. Dalle lavoratrici nelle fabbriche alle studentesse, dai ceti popolari alla borghesia, hanno tutte un obiettivo comune: tornare finalmente libere.
Milano, 8 settembre 1943: il paese si ferma ad ascoltare alla radio l’annuncio dell’armistizio, perfino nel casino gestito da Marilù, dove non c’è mai un giorno di vacanza. Sta per avere inizio una nuova fase della guerra, ancora più dura, dove è difficile capire di chi potersi fidare. Dopo anni di servizio
come prostituta e poche speranze di affrancarsi dalla propria condizione, per Marilù l’unico obiettivo è mettere in salvo la figlia Cecilia, che riuscirà a far ospitare in campagna grazie alle conoscenze di Venera, una studentessa di Storia dell’arte che vive da sola e acquista piano piano consapevolezza di sé come donna e come cittadina. Mentre Marilù cerca in tutti i modi di tenere al sicuro le ragazze che lavorano con lei e aiuta come può i partigiani del quartiere a riunirsi sotto copertura, anche Venera si unisce alla resistenza, non solo grazie ai movimenti studenteschi ma soprattutto attraverso le riunioni delle donne del suo condominio, figure forti lasciate sole dalla guerra, stanche di non avere mai voce in capitolo.
Un romanzo, basato su storie vere e dedicato alle donne che hanno fatto la Resistenza, che restituisce attenzione alle partigiane che hanno combattuto per il diritto alla libertà, ricostruendo in una prospettiva nuova quegli anni drammatici con una scrittura precisa ed emozionante.
Barbara Cagni
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